lunedì 21 ottobre 2013

A proposito del "23F" (dibattito nel sito di WAIS)

A proposito del "23F" (ovvero il tentato colpo di stato del 23 febbraio 1981, su cui ho scritto in precedenza), si è aperto un dibattito nel sito di WAIS

WAIS è un forum internazionale di discussione collegato alla Stanford University, al quale partecipano studiosi e esperti di campi svariati, e che hanno opinioni molto diverse sui vari temi. La settimana scorsa nell'Università di Adrian nel Michigan, sotto la regia del moderatore del forum di WAIS, il prof. John Eipper,  si è tenuta la Conferenza "WAIS '13".

Proprio in quell'occasione l'ex-colonnello dell'esercito spagnolo Anthony J Candil, specialista di storia militare(*),  ha presentato la tesi che il tentato colpo del 23F fu orchestrato nella cerchia più vicina al re, al fine di farlo fallire, in modo da legittimare il re come difensore della democrazia  (vedi).

A sostegno di tale tesi è intervenuta Carmen Negrin, storica e nipote del Juan Negrin che fu a capo del governo della Repubblica spagnola dal 1937 al 1939, citando le posizioni espresse dagli ex-ambasciatori di Germania, Lothar Lahn, e degli Stati Uniti, Terence Todman, ambedue a Madrid nel 1981, (vedi).
La dott. Negrin riferisce anche di una polemica che lei ebbe con Santiago Carrillo qualche anno fa al riguardo, nel corso della quale Carrillo difese l'innocenza del re. Secondo lei, questo confermerebbe l'ipotesi che lo stesso Carrillo fosse al corrente del complotto.

In senso contrario si è invece espresso Paul Preston, storico e autore di numerosi libri sulla Spagna (**), che considera "surreale" questa ipotesi, e del cui intervento traduco le parti essenziali di seguito -- il testo originale e integrale è disponibile in WAIS (vedi).

A lui ha risposto Candil con un lungo intervento, nel quale sviluppa le proprie  argomentazioni  (vedi). Di seguito ne ho tradotto i punti principali.

Per quel che mi riguarda, penso che Preston abbia ragione. Riferirò in questo blog di ulteriori sviluppi di questa discussione, e magari di altro materiale esistente.

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Scrive Preston che Juan Carlos
"da molto prima della morte di Franco era stato convinto da consiglieri sia spagnoli e stranieri e da sua moglie, che una monarchia costituzionale era l'unico modo possibile di garantire la possibilità che la sua famiglia conservasse il trono. Così, nelle complesse circostanze descritte nel mio libro sull'argomento, ha aggirato i piani di Franco per la continuazione del suo regime sotto un monarca franchista."
"Questo lo mise su un percorso politico estremamente teso e pericoloso. Dalla morte di Franco fino alle prime elezioni democratiche il 15 giugno 1977, ha svolto il ruolo di cerniera tra l'opposizione moderata antifranchista  e gli elementi più progressisti del vecchio regime. Niente di tutto questo sarebbe successo senza una pressione popolare di massa a favore della democratizzazione, ma il suo ruolo nel neutralizzare le forze armate, di cui era comandante in capo, è stato fondamentale. Dal 1977 al 1981 ha svolto il ruolo di 'pompiere' del regime democratico, in lotta costante contro la sovversione militare. Di conseguenza, l'idea che sarebbe stato necessario per i suoi consiglieri il mettere in piedi l'operazione del 23 febbraio per consolidare la sua reputazione ha poco senso. L'idea che sarebbe stato possibile coordinare tutti gli elementi coinvolti in quella notte con questo unico fine è incredibile. Perché i generali di destra desiderosi di ribaltare la democrazia avrebbero avuto il minimo interesse a santificare il Re come campione della democrazia?"

Riferisce che "L'estrema destra in Spagna spaccia da anni l'idea che il re era al corrente del complotto (...) con l'intento di infangarne l'immagine".

E passa a smontare la tesi complottista, indicando in che modo il re avrebbe potuto agire in maniera del tutto legale nei mesi trascorsi fra le dimissioni di Adolfo Suarez e il 23F, per imporre "l'obiettivo di un governo di coalizione presieduto da un generale":

"La profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione politica (terrorismo basco, sovversione militare, problemi economici) è stata condivisa dalla maggior parte degli elementi dell'establishment politico. Quando il re ha iniziato le sue consultazioni con i leader dei partiti per dare una soluzione alla crisi, tutti hanno dato la propria disponibilità a partecipare ad un governo di coalizione presieduto da un generale."

Preston conclude indicando le proprie fonti: "le mie opinioni sono basate su ampie ricerche e interviste con Manuel Fraga, Santiago Carrillo, Felipe González e Adolfo Suárez, con il Re, con il generale Armada e con Sabino Fernández Campo, all'epoca responsabile della casa reale, e con altre figure militari di alto livello."

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Candill dichiara la propria riluttanza di lunga data a discutere del tema, esprime ammirazione e rispetto per Preston, che tuttavia "non ha sempre ragione al 100 percento".

Prosegue dicendo che  Preston non aggiunge nulla rispetto alla versione ufficiale: "Ciò che ripete è proprio la versione spagnola ufficiale" che fa del re quel "campione perfetto di democrazia", che invece non è.
Per Candil, che non intende "giustificare ciò che è accaduto il 23 febbraio 1981", l'uso della parola "fallimento" non è legato al complotto in sé, bensì a "un fallimento della nazione nel suo complesso, un fallimento dello Stato e un fallimento del sistema politico esistente in Spagna nel 1981".
Inoltre ritiene "troppo ingenuo e troppo semplice" il continuare a credere nel 2013 che il 23F fosse un'avventura uscita "dalla mente di alcuni generali nostalgici (...) e di un tenente colonnello della Guardia Civil."

L'argomentazione di Candil si svolge attorno ad un punto che per lui, ex militare di carriera, è fondamentale:

"Anche oggi in Spagna vige la consuetudine di accusare l'esercito e le forze armate in generale di intervenire negli affari pubblici della nazione e di avere un ruolo nel processo decisionale. Eppure la realtà è che i militari spagnoli come istituzione - con l'eccezione di alcuni singoli casi isolati - non hanno preso parte alla vita politica per tutta la seconda metà del XX secolo."
Questo negherebbe la necessità del re di fare da "pompiere", e smentirebbe tutte le preoccupazioni legate a un possibile intervento militare negli anni della cosiddetta "Transizione".

Secondo Candil "Il regime di Franco era sempre stata una dittatura personale", relegando i militari a una funzione subalterna.

A sostegno della propria tesi, Candil indica il dato che nessun generale e nessun corpo armato ha dato sostegno all'azione di Tejero (occupazione del Parlamento) e di Milans del Bosch (dichiarazione di Stato d'assedio a Valencia, e carri armati in strada in tutta la provincia valenciana).

La sua tesi complottista si fonda proprio sul fallimento del 23F, che è "difficile definire come un colpo di stato militare. Se lo era, era certamente un disastro organizzativo, e questo è molto imbarazzante poiché il generale Milans aveva una buona reputazione come soldato professionale. Aveva anche uno staff di prim'ordine che avrebbe potuto pianificare l'intera operazione fino al più piccolo dettaglio e  eseguirla magistralmente. Anche la divisione corazzata di Madrid aveva dei pianificatori competenti che avrebbe potuto controllare il tutto se ci fosse stato un vero e proprio colpo di stato. Il fatto è che non è stato un colpo di stato vero!"

Secondo Candil il re avrebbe pianificato l'operazione, su suggerimento del suo stretto collaboratore Sabino, ma indicando a ciascun cospiratore obiettivi diversi. L'elenco dei partecipanti al finto golpe si riduce a poche unità: il Re, il gen. Alfonso Armada , il gen. Sabino Fernández Campo, il gen. Jaime Milans , il magg. José Luis Cortina, un amico del Re dall'epoca in cui avevano frequentato insieme l'Accademia Militare, e infine il ten.col. Antonio Tejero  della Guardia Civil.

"L'idea non era quella di distruggere il sistema parlamentare come Alfonso XIII aveva fatto nel 1923, quando ha accettato il pronunciamento del gen. Primo de Rivera, ma di mettere in scena un evento predestinato al fallimento che avrebbe suscitato l'ansia della nazione,  ridefinendo allo stesso tempo l'immagine del Re e salvaguardandone il  trono. Quando il colpo di Stato non riesce perché un 'coraggioso' Juan Carlos gli si è alzato contro, la nuova politica democratica della Spagna ha riconosciuto che il Re era in effetti un elemento chiave della sua struttura e continuerà ad esserlo in futuro."

"I dettagli tattici della trama sono stati principalmente il lavoro del magg. Cortina. Gli aspetti politici dell'operazione sono stati molto probabilmente formulati dal gen. Armada in stretto coordinamento con il re. All'insaputa di Armada, esse sono state approvate dal gen. Sabino, che era in grado in questo modo di assicurare che il piano potrebbe fallire. Alla fine, questo sarebbe raggiungere i veri obiettivi della trama:  proteggere la monarchia, fissarla saldamente nel corpo politico spagnolo, e fornirle quella solida legittimità che le mancava, facendola diventare qualcosa di più della mera imposizione del defunto gen. Franco."

Mentre tutti i cospiratori fanno parte dell'esercito, l'attacco al Parlamento è fatto dalla Guardia Civil, perché, secondo Candil, il suo coinvolgimento era essenziale "per una azione rapida e senza spargimento di sangue, come quella contemplata."

Candil conclude dicendo che "il vero crimine, che rimane tuttora impunito, è stato il vero colpo dietro il colpo di stato, quello organizzato dal re e dal suo machiavellico consigliere, e tollerato dai partiti politici e dai media."

(*)
Libri di Candil:
Tanks Evolution (L'evoluzione del carro armato)
The Military Aviation in the 21st Century (L'aviazione militare nel XXI secolo)

(**)
Libri di Preston:Franco y La política de la venganza: el fascismo y el militarismo en la España del siglo XX (1997). [(it): Francisco Franco, Mondadori]
La Guerra Civil (2000). [(it): La guerra civile spagnola, Mondadori]
Palomas de guerra. Cinco mujeres marcadas por el conflicto bélico (2001). [(it): Colombe di guerra. Storie di donne nella guerra civile spagnola]
La destrucción de la democracia en España (2001).
Las tres Españas del 36 (2001).
Juan Carlos: el Rey de un pueblo (2003).
El triunfo de la democracia en España.
Idealistas bajo las balas (2007).
El gran manipulador. La mentira cotidiana de Franco (2008).
El holocausto español. Debate. 2011.
La muerte de Guernica. Debate. 2012.
El zorro rojo - La vida de Santiago Carrillo. Debate. 2013.    

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