Questo blog recupera dei materiali che ho pubblicato altrove, e in qualche caso li amplia. Ecco una breve introduzione sul concetto di "spagnolità".
Intanto va detto che il termine "spagnolità" non si trova nei vari
dizionari italiani disponibili online. Poiché non ho alcun dizionario
cartaceo sottomano, non sono in grado di effettuare una verifica.
Tuttavia, mi è sembrato che il concetto di spagnolità possa essermi di
aiutaro nello sviluppare il mio ragionamento.
Per quanto mi riguarda non si tratta certo di affermare il primato di un
ruolo di tipo imperiale per Madrid o per la Spagna storica, ma
piuttosto cercare di capire qualcosa di questo vasto arcipelago
culturale e sociale. Che non è soltanto Madrid o la Spagna, appunto!
Intanto perché ci sono molti pezzi diversi che compongono la Spagna. Dico subito, a scanso di equivoci, che io sono contrario ai vari progetti indipendentisti, perché nel 21° secolo trovo demenziale qualunque discorso di tipo nazionalistico, e perché dietro la patina "sinistrorsa" si trovano di solito le ambizioni sfrenate dei vari capi nazionalisti che hanno un obiettivo molto semplice, quello di diventare i nuovi padroni del vapore su scala più piccola: "Meglio primo in Gallia che secondo a Roma"...
E a me sembra che frantumare un'entità multinazionale e multilingue in
tanti piccoli staterelli non sia mai una bella idea, specie se volgo lo
sguardo a Est, e vedo che cosa è successo alla povera Jugoslavia.
Ma questa è una digressione che mi spinge su un terreno che non mi appassiona, e dunque mi fermo.
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Forse, si chiederà qualcuno, è una traduzione di hispanidad?
Se nella definizione di wikipedia, la "hispanidad" (in italiano
"ispanità") è la comunità formata da tutti i popoli e dalle 23 nazioni
che condividono una lingua e una cultura ispanica -- il che sembra
avvicinarsi a quello che m'interessa -- ma storicamente, la hispanidad è
associata con il cattolicesimo, poiché si è costituita attorno alla
difesa della fede e alla contemporanea persecuzione dell'infedele
(musulmano, ebreo o "eretico" cristiano).
Credo che sia importante anche analizzare questo aspetto, ma la mia
impostazione vuole incentrarsi sugli elementi persistenti e, oserei
dire, positivi.
A me interessa sottolineare l'esistenza di un insieme di paesi e di
comunità, collegati e accomunati dalla lingua spagnola e dall'esperienza
storica dell'espansione imperiale della Spagna. L'impero ha cessato di
esistere nel corso dell'1800, e ci sono numerose comunità e interi paesi
che, in un modo o nell'altro, hanno affermato un proprio ruolo autonomo
su scala regionale, per non dire mondiale; ma non cessano di far parte
di una vasta entità, che è appunto la spagnolità.
Il suo nucleo centrale è chiaramente la lingua spagnola, variamente
articolata nelle diverse regioni spagnole e latinoamericane dove essa
rimane la lingua nazionale, mentre il suo ruolo veicolare si amplia in
altre aree del mondo, come ad es. gli Stati Uniti.
Ma non è soltanto la lingua, esistono anche cultura e tradizioni che si
sono sviluppate congiuntamente, e certo, anche in maniera molto
conflittuale; e ci sono i legami dovuti a un'immigrazione che si è mossa
nei due sensi, e anche più volte.
Questa impostazione è probabilmente controversa. Conosco molti
latinoamericani che fanno di tutto per cercare di distanziarsi e
differenziarsi dalla Spagna e da ogni cosa spagnola -- e non sono certo
mancati i lider di importanti paesi in America Latina che si sono
presentati come se fossero scaturiti dall'oceano o dalla testa di
Minerva.
E in Italia noi o facciamo di tutt'erba un fascio - non distinguendo un
argentino da un cubano o da uno spagnolo - oppure tendiamo a
concettualizzarli come entità distinte e non correlate: la Spagna e
l'Argentina, Cuba e il Messico, come se fossero la Francia e la Svezia, o
la Germania e il Canada.
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