Questa è una storia veramente interessante.
Alcuni scienziati-linguisti dell'università di Berkeley in California (USA) hanno elaborato un programma informatico (vedi l'articolo: language-time-machine-a-rosetta-stone-for-lost-tongues) che dovrebbe consentire loro di ricostruire dei proto-linguaggi a partire dalle lingue attuali che da quelli discendono. Sostanzialmente si tratta di generare delle liste di vocaboli di cui altrimenti non si conosce l'esistenza -- ad es., perché non ci sono attestazioni scritte delle lingue antiche, o perché mancano quei termini specifici.
A cosa può servire una cosa del genere? E a cosa no?
Prima di entrare nel merito di queste domande, dirò che ho trovato questa notizia nel sito di Taslima Nasreen, che si chiama "No country for women" ("Non è un paese per le donne") ->
E chi è questa signora? Taslima Nasreen è un medico, nata nel Bangladesh, paese dal quale è esiliata da 19 anni per le sue idee. Lei ha denunciato l'oppressione delle donne con forza, in libri che le hanno fatto vincere una sequela di premi letterari e di riconoscimenti di stati, città e istituzioni di mezzo mondo, dall'India alla Francia, dalla Svezia agli Stati Uniti. E' ben nota per la sua critica senza mezzi termini della religione, e questo le ha valso non solo l'esilio, ma anche numerose fatwas delle autorità religiose islamiche, che l'hanno condannata a morte.

Taslima ha scritto 35 libri in Bengala, e le sue opere sono state tradotte in trenta diverse lingue (tra cui l'italiano, forse, ma non ne ho visto ancora prove pratiche).
Vedi anche su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Taslima_Nasreen
Traduco dal suo blog alcuni brani del suo articolo sulla "macchina del tempo per le lingue" (13-2-13)
"Questa macchina del tempo è favolosa. Saranno in grado di scoprire le origini del basco a partire dai moderni discendenti baschi? Sono sempre stata molto curiosa riguardo le origini del basco. Da dove viene il basco? Nessuno ha potuto darmi una risposta soddisfacente. Spero che la macchina del tempo ci riesca. Quando ero a Bilbao, ho imparato alcune parole basche, che sono del tutto dissimili da altre parole usate sulla Terra.
Orecchio-belarria, occhio-begi, naso-sudurra, bocca-ahoa, dente-hortza, braccio-besoa, mano-eskua, cuore-bihotza, stomaco-sabela, gamba-hanka, piede-oina, testa-burua, viso-aurpegia, capelli-ilea.
Sono ansiosa di conoscere la soluzione della macchina del tempo per le lingue.
Noi guardiamo verso il futuro. A volte è necessario guardare indietro verso il passato".
Purtroppo per Taslima Nasreen, e per noi tutti, non credo proprio che questa risposta sulle origini del basco possa giungerci a breve scadenza, e temo che questa "macchina" non possa assolutamente funzionare in tal senso.
Infatti il lavoro svolto da questi scienziati ha utilizzato l'esistenza di centinaia di lingue appartenenti a un unico ceppo linguistico (l'Austronesiano), e la possibilità di avere accesso a migliaia di parlanti, che hanno fornito un'enorme banca-dati di migliaia e migliaia di vocaboli, per cercare di ricostruire la proto-ligua, dalla quale esse discendono. Nel caso del basco, abbiamo però un'unica lingua, priva di legami profondi e antichi con le altre lingue, sia con quelle vicine geograficamente, come pure con quelle lontane, e quindi non disponiamo di molte lingue, con vocaboli diversi, dalle quali risalire indietro nel tempo.
Ma in ogni caso come potremmo avere dei riscontri che ci permettano di valutare l'accuratezza di questa "macchina del tempo per le lingue"?
Traduco dal suo blog alcuni brani del suo articolo sulla "macchina del tempo per le lingue" (13-2-13)
"Questa macchina del tempo è favolosa. Saranno in grado di scoprire le origini del basco a partire dai moderni discendenti baschi? Sono sempre stata molto curiosa riguardo le origini del basco. Da dove viene il basco? Nessuno ha potuto darmi una risposta soddisfacente. Spero che la macchina del tempo ci riesca. Quando ero a Bilbao, ho imparato alcune parole basche, che sono del tutto dissimili da altre parole usate sulla Terra.
Orecchio-belarria, occhio-begi, naso-sudurra, bocca-ahoa, dente-hortza, braccio-besoa, mano-eskua, cuore-bihotza, stomaco-sabela, gamba-hanka, piede-oina, testa-burua, viso-aurpegia, capelli-ilea.
Sono ansiosa di conoscere la soluzione della macchina del tempo per le lingue.
Noi guardiamo verso il futuro. A volte è necessario guardare indietro verso il passato".
Purtroppo per Taslima Nasreen, e per noi tutti, non credo proprio che questa risposta sulle origini del basco possa giungerci a breve scadenza, e temo che questa "macchina" non possa assolutamente funzionare in tal senso.
Infatti il lavoro svolto da questi scienziati ha utilizzato l'esistenza di centinaia di lingue appartenenti a un unico ceppo linguistico (l'Austronesiano), e la possibilità di avere accesso a migliaia di parlanti, che hanno fornito un'enorme banca-dati di migliaia e migliaia di vocaboli, per cercare di ricostruire la proto-ligua, dalla quale esse discendono. Nel caso del basco, abbiamo però un'unica lingua, priva di legami profondi e antichi con le altre lingue, sia con quelle vicine geograficamente, come pure con quelle lontane, e quindi non disponiamo di molte lingue, con vocaboli diversi, dalle quali risalire indietro nel tempo.
Ma in ogni caso come potremmo avere dei riscontri che ci permettano di valutare l'accuratezza di questa "macchina del tempo per le lingue"?
Secondo me un modo ci sarebbe. Gli studiosi
potrebbero provare a utilizzarla per risalire al proto-indoeuropeo, a
partire da tutte le lingue oggi parlate in Eurasia e in America e in Africa, per le
quali i linguisti hanno ragionevolmente indicato un'origine comune.
Mettendo in una banca-dati tutti i vocaboli attualmente in uso si
potrebbe chiedere alla macchina di
fornirci una ricostruzione. Certo, noi non abbiamo comunque dei testi
scritti in proto-indoeuropeo, e dunque il risultato potrebbe non essere
certo.
Ci sarebbe un altro percorso, forse più interessante e capace di fornire qualche soluzione: partire da tutte le lingue romanze (o neolatine) e vedere cosa ne viene fuori. Dal momento che per il latino abbiamo una cornucopia di testi a nostra disposizione, sarebbe davvero stimolante verificare (oppure no?) che il punto di partenza cui ci porta la "macchina del tempo per le lingue" corrisponde effettivamente ai testi classici latini -- e se così non fosse, si potrebbe o invalidare questo nuovo strumento di investigazione, oppure giungere a modificare alcune delle idee che abbiamo oggi sul latino, che non sono tutte per forza giuste e corrette al 100%.
(Prima pubblicazione: 18 Feb 2013)
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