E' stato molto tempo fa. Era il luglio 1975.
All'epoca lavoravo come interprete per i turisti italiani sulle navi passeggere sovietiche.
In Spagna c'era ancora Franco.
Eppure a Barcellona, sulle bancarelle di libri delle Ramblas trovai vari libri di Trotsky, un romanzo di Manuel Vazquez Montalban intitolato "Assassinio nel Comitato centrale", e un libro sulla rivoluzione dei garofani che era all'epoca in corso nel vicino Portogallo.
La cosa mi è rimasta impressa, perché quando sono tornato a Barcellona
in anni successivi (nel 1978 e nel 1982, per non parlare del 2000 e del
2011) quelle bancarelle esistevano ancora, ma ospitavano sempre meno
libri di contenuto rivoluzionario.
Certo, dopo la caduta del franchismo e l'avvento della democrazia,
quegli stessi libri si potevano comprare in Spagna nelle librerie
normali, magari gestite dai vari partiti comunisti e gruppi trotskisti,
ma in realtà a me sembra che negli ultimi anni del franchismo la società
spagnola vivesse un fermento culturale e politico che non si è
pienamente trasferito in tutta la sua ricchezza al periodo della
"Transizione".
Perciò ricordo con grande nostalgia quell'estate lontana, così ricca di
nuove esperienze per me, viaggiando per il Mediterraneo, il Mar Nero e
l'Atlantico sulle navi che battevano la bandiera rossa con la falce e il
martello.
Da qualche parte ho ancora una foto, nella quale si può vedere la
scritta "Barcelona" e la ciminiera del piroscafo russo, nera con una
fascia bianca sulla quale si stagliavano i colori della bandiera
sovietica.
La scattai perché mi piaceva l'immagine dissacrante per il fascismo
spagnolo, che mi sembrava allora destinato a durare per chissà quanto
tempo ancora. E invece, pochi mesi dopo Franco sarebbe morto e la Spagna
avrebbe intrapreso un percorso di liberazione dalla sua dittatura
opprimente e soffocante.
(Prima pubblicazione: 13 Gen 2013)
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