martedì 8 ottobre 2013

La mia prima volta in Spagna


E' stato molto tempo fa. Era il luglio 1975.
All'epoca lavoravo come interprete per i turisti italiani sulle navi passeggere sovietiche.
In Spagna c'era ancora Franco.

Eppure a Barcellona, sulle bancarelle di libri delle Ramblas trovai vari libri di Trotsky, un romanzo di Manuel Vazquez Montalban intitolato "Assassinio nel Comitato centrale", e un libro sulla rivoluzione dei garofani che era all'epoca in corso nel vicino Portogallo.
La cosa mi è rimasta impressa, perché quando sono tornato a Barcellona in anni successivi (nel 1978 e nel 1982, per non parlare del 2000 e del 2011) quelle bancarelle esistevano ancora, ma ospitavano sempre meno libri di contenuto rivoluzionario.
Certo, dopo la caduta del franchismo e l'avvento della democrazia, quegli stessi libri si potevano comprare in Spagna nelle librerie normali, magari gestite dai vari partiti comunisti e gruppi trotskisti, ma in realtà a me sembra che negli ultimi anni del franchismo la società spagnola vivesse un fermento culturale e politico che non si è pienamente trasferito in tutta la sua ricchezza al periodo della "Transizione".

Perciò ricordo con grande nostalgia quell'estate lontana, così ricca di nuove esperienze per me, viaggiando per il Mediterraneo, il Mar Nero e l'Atlantico sulle navi che battevano la bandiera rossa con la falce e il martello.
Da qualche parte ho ancora una foto, nella quale si può vedere la scritta "Barcelona" e la ciminiera del piroscafo russo, nera con una fascia bianca sulla quale si stagliavano i colori della bandiera sovietica.
La scattai perché mi piaceva l'immagine dissacrante per il fascismo spagnolo, che mi sembrava allora destinato a durare per chissà quanto tempo ancora. E invece, pochi mesi dopo Franco sarebbe morto e la Spagna avrebbe intrapreso un percorso di liberazione dalla sua dittatura opprimente e soffocante.

(Prima pubblicazione: 13 Gen 2013)

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