martedì 8 ottobre 2013

Lingue di Spagna (4), il basco

Se dico "basco", la prima cosa che mi viene in mente è un copricapo, un tipo di berretto rotondo e piatto, che a me è caro, a differenza forse di altri, perché lo portava mio padre, e di conseguenza anch'io, nella fase infantile/giovanile quando lo spirito di imitazione era più forte. E la prima manifestazione cui presi parte nella mia vita, nell'ottobre 1962, a difesa di Cuba, sfilai col mio basco al lato di Dario, anche lui col basco. 
Il berretto, benché reso famoso dai francesi, è in realtà di origine basca, come il nome dovrebbe far intuire. Ma è stato usato da tutti, vedi qui un ritratto di Garibaldi col basco. 
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Col passare del tempo il basco è diventato un copricapo militare per eccellenza, usato dalle forze armate italiane e di molti altri paesi, comprese le forze di repressione, e così è un riferimento che per alcuni è particolarmente odioso.

Ma il basco (o euskera) è anche una lingua, riconosciuta ufficialmente dallo Stato spagnolo, equiparata allo spagnolo nella comunità autonoma del Paese Basco e nell'area vascofona della "Comunidad Foral de Navarra" (in Spagna ogni comunità ha facoltà di usare una denominazione specifica propria, anche se questo non comporta particolari distinzioni nei riguardi dello stato e del governo centrale). E' parlato oggi da circa 850.000 persone, più un altro mezzo milione che lo comprendono, e che rappresentano in tutto circa il 50% della popolazione nella provincia di Guipúzcoa e il 10% in Navarra.
L'origine del nome usato in italiano e in altre lingue è latina; i romani chiamarono "gens Vasconum" gli abitanti della regione fra Francia e Spagna, a cavallo dei Pirenei, attorno al Golfo di Biscaglia o Golfo di Guascogna (in spagnolo golfo de Vizcaya e in francese golfe de Gascogne). Altri nomi sono stati usati storicamente per definirlo: eusquera, vascuence, vasco, éuscaro, vascongado e vizcaíno (in euskera, la denominazione più comune è euskara; mentre fu conosciuta come "lingua navarrorum" nel latino medievale, poiché era la lingua populare del Regno di Navarra. 
 
La caratteristica principale di questa lingua, che la differenzia in Spagna, in Europa e probabilmente nel mondo, è la sua unicità. A differenza delle altre lingue parlate in Spagna, non è una lingua neolatina; è una lingua che i Romani incontrarono nel 200 a.C. quando invasero la penisola iberica. Non era la sola, ma le altre erano di origine celta. Ora l'antica lingua celta, come il latino, il greco, il russo, il persiano e l'hindi hanno tutte una comune origine indo-europea. Il basco no. Altre lingue europee condividono questa caratteristica, come il finlandese/estone, l'ungherese e il turco. Che si raggruppano in una grande famiglia di lingue uralo-altaiche, che si estende in Asia fino all'Oceano Pacifico. Ma il basco non ha legami con nessun'altra lingua euro-asiatica né africana (tutte le lingue del mondo provengono da queste due grandi regioni).
Riguardo le sue origini è difficile trovare un accordo fra tutti i linguisti e gli studiosi delle origini umane, tuttavia c'è un certo consenso nel considerare l'euskara l'unico sopravvissuto di una famiglia di lingue parlate nell'Europa occidentale, prima delle grandi migrazioni/invasioni indoeuropee provenienti dal Medio Oriente, circa 15000 anni fa. 

Sotto il regime franchista, per circa 40 anni era proibito ogni uso della lingua basca, con la persecuzione e criminalizzazione dei nomi e cognomi baschi. Solo alla fine degli anni '60 il basco comincia poco a poco a riprendersi, con la creazione di una  ikastola (scuola di lingua euskara) nel 1966, la prima legalizzata dopo la guerra civile spagnola. Con la Costituzione spagnola del 1978 e con l'Estatuto di Gernika, la lingua basca è tornata alla vita pubblica.

(Prima pubblicazione: 30 Gen 2013) 

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